Recensione a cura di Sara Prian per La Voce di Venezia
Ho sempre avuto un’avversione per la matematica e con un papà ingegnere che ancora adesso si diverte a fare espressioni e logaritmi, non è sempre stata una passeggiata.
Eppure se avessi avuto qualcuno che me l’avesse insegnata come fa fare ai suoi protagonisti Lorella Carimali, anche lei insegnante, nel suo La Radice Quadrata della Vita, edito da Rizzoli, forse le cose sarebbero cambiate, forse non l’avrei vissuta come un incubo da starci male.
Perché se la vita ti pone un problema, i numeri possono darti la soluzione. Donatella ne è fermamente convinta quando, fresca di laurea in Matematica, sceglie di dedicarsi all’insegnamento. Sono gli anni Settanta, per amore ha lasciato Milano trasferendosi a Catania, e l’incontro con la scuola è dirompente. Certa che la risposta giusta non sia mai quella che si ha in tasca, Donatella è una prof fuori dagli schemi: alle sue alunne e ai suoi alunni che vedono solo le regole spiega che la matematica è creatività e che un piano può anche essere una superficie sferica, basta solo spostare il punto di vista. Capire la matematica, in fondo, è come capire un’opera d’arte: ci vogliono fantasia e spirito libero.Quarant’anni dopo, a un passo dalla pensione, Donatella fa un altro incontro che le resterà nel cuore: quello con Bianca, una giovane prof di italiano e latino alla prima supplenza, che entra nel suo stesso liceo con gli occhi pieni di speranza e preoccupazione. I ragazzi, ne è certa, la guarderanno come guardava lei i supplenti quando era sui banchi: è questa la sua prima sfida, e non ha idea di come affrontarla. Ma non sarà sola nell’avventura che la aspetta, Donatella sarà la sua compagna di viaggio dentro e fuori dalla scuola. Divisa tra le tradizioni familiari del padre iraniano e i propri desideri, Bianca troverà nella collega più esperta una guida che la condurrà per mano nel mondo a lei sconosciuto dei numeri, dove imparerà a fare i conti con le emozioni e scoprirà la radice quadrata della propria felicità.
Una storia quella raccontata da Carimali che ti entra nel cuore, che ti fa sorridere e commuovere, facendoti capire quanto sia importante avere dei maestri nella propria esistenza dove, a qualsiasi età, non si finisce mai d’imparare. Sono maestri, questi, che insegnandoti la loro materia, ti insegnano ad applicarla alla vita e ti parlano della vita stessa. Sono persone che non guardano gli alunni solo come numeri, ma come persone, come quasi adulti senzienti pronti a cambiare il mondo.
Chi ha avuto questo tipo d’insegnanti nel proprio percorso scolastico (e io ne ho avuti fortunatamente più di uno a partire dalle medie) ha avuto una fortuna immensa e questo libro ce lo ricorda pagina dopo pagina, facendoci tornare in mente gli odori e i sapori del liceo, umanizzando quegli insegnanti che, almeno a quel tempo, vedevamo come esseri lontani da noi.
La radice quadrata della vita è uno di quei libri come Flatlandia o Il mondo di Sofia, che applicano materie scolastiche per aprirci gli orizzonti, per emozionarci e per farci capire che non è mai troppo tardi pensare al liceo con piacere. E, sicuramente, questa è un’opera che andrebbe letta nelle scuole non solo dagli alunni, ma anche agli insegnanti per far capire che se si collabora tutti assieme, se si evita di presentare le materie così in maniera frontale, forse alla fine avremo degli uomini e delle donne di cui andarne e fieri e che forse, alla fine, così vinciamo tutti.
Sara Prian