L’ECCELLENZA non è un numero. L’eccellenza è riuscire a dare il meglio ed è compito della commissione tutta – docenti interni ed esterni – riconoscerla e valorizzarla, creando un team unico. Com’è successo da noi e te ne accorgi al traguardo, quando arriva una lettera commovente in cui anche i docenti interni ti dicono che questa maturità la ricorderanno per sempre. Gli esami di Stato devono essere memorabili per gli studenti e anche per i professori, devono dare un senso al nostro e al loro lavoro. Chiudo questa maturità, che è stata una vera maratona per noi, divisi fra il Torricelli di piazza Abbiategrasso e l’Alessandrini di Abbiategrasso, con tanti esempi. L’eccellenza ha il volto di Maurizio: ha cominciato al liceo, ha perso un anno. Ha scelto il tecnico e quest’anno è stato il migliore della sua classe. Non perché fosse più semplice, attenzione, ma perché ha trovato la sua strada. Pensava di fermarsi, proseguirà negli studi con una specializzazione: siamo riusciti a convincerlo e a valorizzare il suo impegno.
L’eccellenza ha il volto di Samuele, che si diploma in meccatronica e si è fatto in due quest’anno: pratica karate a livello agonistico, ha un palmarès ricco, punta a qualificarsi alle olimpiadi di Tokio 2020 e Parigi 2024. La scuola è riuscita a far conciliare sport e studio. A farlo emergere. L’eccellenza ha il volto di chi ha fatto percorsi differenziati e si presenta all’esame con una preparazione tecnica e una scioltezza eccezionale, superando ogni limite.
L’ECCELLENZA ha il volto il Emmanuele, che aveva cominciato il suo percorso in un professionale e ha “confessato” che nei primi anni ha fatto impazzire i professori e i genitori. Ha scelto di passare al tecnico contro tutti: la stessa preside glielo aveva sconsigliato: «Non ce la farai mai». E invece ce l’ha fatta eccome, è stato brillante agli esami. Ci ha detto di aver capito una cosa in questi anni: “Lo studio non è mio nemico”. Questo è quello che una scuola rinnovata deve trasmettere. Questa è vera eccellenza.