Stamattina, benchè ammalata, mi sono alzata dal letto e con sorriso, forza inaspettata e soddisfazione ho scritto la lettera di presentazione per la Scuola Normale di Pisa di una mia studentessa di quarta. Una studentessa speciale come, a vario modo, sono speciali tutte le mie studentesse e i miei studenti che danno senso alla mia attività quotidiana.
Studentesse e studenti che non sono per niente banali (come a volte vengono erroneamente descritti) che hanno dentro mondi da sviluppare e che spetta a noi insegnanti far crescere e dar fiducia. Fiori che ogni giorno vanno innaffiati perché sboccino e profumino.
Questo è per me il senso dell’insegnare, dare alle ragazze e ai ragazzi le ali per volare, creare opportunità e situazioni formative adatte alle singole individualità.
Insegnare significa “fare un segno” (signum) dentro qualcuna/o, quale segno? Quello del Desiderio di Conoscere.
L’insegnante deve creare soggettività, contagiare col proprio desiderio di conoscenza l’allieva/o, lasciandola/o poi libera/o di perseguire il proprio.
Ho sempre pensato che il mio compito fosse quello di favorire l’emergere della singolarità di ogni allieva/o, istituendo però un patto in cui siano chiare le regole e in cui ci si ripromette l’assunzione di chiare responsabilità.
Ho sempre pensato che dovessi favorire nei/nelle discenti la consapevolezza che loro dovranno giocare un ruolo attivo nella società, secondo le regole, ma percependosi soggetto unico, insieme all’Altro, ma irriducibile all’Altro.
Loro,come parte della società, potranno fare la differenza, potranno costruire una società equa e solidale.
Quel giorno il mio piccolo lavoro quotidiano troverà senso!!! Grazie ragazze e ragazzi!!!